Trabucco
Macchina rappresentata: Trabucco
Autore del disegno: Roberto Valturio
Descrizione: Il trabucco o briccola è una catapulta con due contrappesi oscillanti posti al termine di una forca in legno imperniata su un asse verticale. I contrappesi sono generalmente costituiti da casse piene di pietre. Alla base della forca è collegata una sacca con il proietto da lanciare. Affinché la macchina possa funzionare, il proietto deve essere meno pesante del contrappeso.
Il caricamento del trabucco avviene mediante l’azionamento manuale di un verricello (assente nella formella e nel disegno di Valturio) che, grazie all’avvolgimento di una corda fissata alla base della forca, riesce a sollevare i contrappesi. Arrivata a fine corsa, la base della forca viene fissata in modo da consentire lo sganciamento della corda che collega la forca al verricello.
Togliendo il fisso che impedisce alla catapulta di muoversi (anche il fisso per agganciare la forca è assente), la forca si capovolge lanciando violentemente il proietto.
Sullo sfondo sono impressi diversi simboli: uno scudo, lance, una scala a corda con un vessillo e rami di quercia.
Il rilievo sembra rifarsi al disegno di Roberto Valturio contenuto nel De re militari, come dimostra l’identica pedana per lo scivolo della sacca contenente il proietto.
La macchina rappresentata è priva del verricello e del fisso per agganciare la forca dopo il caricamento.
Applicazioni e materiali utilizzati: Il trabucco era tra le macchine da lancio più potenti del tempo. Esso, impiegato in ambito militare, era utilizzato come una grande fionda per lanciare pietre o oggetti incendiari. Venne gradualmente soppiantato dalle armi da fuoco. Questa particolare macchina da lancio era costruita utilizzando principalmente il legno e il ferro per le componenti strutturali, il cuoio per la sacca e la canapa per le corde.
I meccanismi: Il trabucco, come ogni macchina da lancio, ha la caratteristica di compiere una rotazione, seppure parziale, attorno a un fulcro, sfruttando indirettamente il principio della leva. Le macchine da lancio erano in uso già presso i Romani.
Progetto PANN20_00029: Alle radici dell’umanesimo scientifico. Valorizzazione con le tecnologie della realtà virtuale e aumentata delle macchine rappresentate nelle formelle del Palazzo Ducale di Urbino. Progetto realizzato con il parziale contributo dal MUR: legge 28 marzo 1991 n. 113 , “Iniziative per la diffusione della cultura scientifica”.
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Dopo aver installato l’app sul tuo device, puoi scansionare con la fotocamera le immagini delle macchine delle formelle ricostruite in 3D e visualizzarle sul tuo schermo, in modo da vedere la simulazione del loro funzionamento. Queste macchine virtuali possono essere osservate in ogni direzione ed in ogni particolare.
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