Sapientia, Pietas et Otium

al tempo del duca Federico di Montefeltro


Il Ducato di Urbino fu uno tra i centri italiani più vitali e dinamici del Rinascimento e crocevia di prassi, arti e saperi. Lo splendore dell’ambiente urbinate fu favorito dal mecenatismo del duca Federico di Montefeltro (1422-1482) e dal grande cantiere del Palazzo Ducale, luogo di attrazione di maestranze e di intellettuali. L’interesse di Federico di Montefeltro era rivolto sia alla cultura umanistica sia alla cultura matematica e alle sue applicazioni, come dimostrano la consistenza della biblioteca ducale e la conformazione dello studiolo. Espressione tangibile dell’importanza data da Federico di Montefeltro alla sapienza e alle sue applicazioni sono i 72 bassorilievi in pietra, le cosiddette formelle, ispirati ai disegni di Francesco di Giorgio Martini (1439-1501) e Roberto Valturio (1405-1475), raffiguranti macchine antiche e in uso al tempo del duca urbinate note come “Fregio dell’arte della guerra”.

Nell’ambito della mostra Sapientia, Pietas et Otium al tempo del duca Federico di Montefeltro (visitabile dal 4 giugno 2022 al 30 ottobre 2022 presso il Museo diocesano Albani e Oratorio della grotta della Cattedrale di Urbino), abbiamo allestito il percorso della sala Sapientia. La sala intende mostrare il ruolo politico e civile della scienza all’interno del Ducato di Urbino. Infatti, secondo la visione di Federico di Montefeltro, le macchine dei bassorilievi non avevano solamente un ruolo estetico e decorativo, ma avevano la funzione di esibire e divulgare l’importanza e l’utilità delle applicazioni tecniche della scienza; questa visione di un futuro uomo-macchina dà il segno della modernità di pensiero del duca. Per arrivare a ciò utilizzò l’arte come mezzo per “elevare” tale scienza, tra quelle “alte” quali la filosofia, la matematica etc. e tale fregio lo fece collocare alla base esterna del suo palazzo proprio a rimarcarne l’importanza e l’aspetto divulgativo. Il percorso fa rivivere al visitatore le macchine scolpite sulla facciata del Palazzo Ducale di Urbino mediante l’esposizione delle fonti figurative, le rappresentazioni di macchine in realtà aumentata, le riproduzioni di alcuni bassorilievi e di alcuni rami incisi a bulino utilizzati per i disegni nell’importante volume di Francesco Bianchini (1724). Il centro della sala è occupato dalla sega idraulica (una delle 72 macchine dei bassorilievi) ricostruita da Pietro Barsotti: essa consente al visitatore di toccare con mano e sperimentare il suo funzionamento. All’interno della sala è possibile sfogliare digitalmente il Codice Santini, un codice cinquecentesco contenente disegni di alcune macchine rappresentate sui bassorilievi. Sono esposti, inoltre, cifrari rovereschi sia da parte del duca di Urbino Francesco Maria I duca d’Urbino ricavati da lettere di Baldassarre Castiglione che della relazione epistolare tra il Cardinale Francesco Barberini Senior e Malatesta Albani a rimarcare un una pratica comune sia per fini diplomatici che bellici. Tale pratica nota già dagli egizi venne elevata a scienza a partire dal celebre trattato di Leon Battista Alberti, il De componendis cifris del 1466, che rappresenta una svolta nella tecnica crittografica occidentale.

Sono presenti anche mappe cinque-seicentesche, quali simboli di inventiva e di applicazione della sapienza, la prima rappresentante il Ducato di Urbino e la seconda la famosa Oliveriana World Map terza in ordine cronologico in cui viene rappresentata l’America e prima in cui viene descritta come “Nuovo Mondo”.

In sala è esposta anche un’edizione cinquecentesca degli Elementi di Euclide (1509) curata dal frate matematico Luca Pacioli (1445-1517) assiduo frequentatore sin dal 1494 della corte urbinate. L’edizione pacioliana degli Elementi rappresenta, al pari dei bassorilievi, un importante esempio di divulgazione della sapienza. Completa il percorso l’esposizione del volume In Mechanica Aristotelis problemata exercitationes (1621), un commento di Bernardino Baldi alle Questioni Meccaniche attribuite ad Aristotele o a un suo allievo; entrambi i volumi di proprietà del Fondo Antico dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo.

L’esposizione didattico-multimediale della sala Sapientia è realizzata nell’ambito del progetto PANN20_00029: Alle radici dell’umanesimo scientifico. Valorizzazione con le tecnologie della realtà virtuale e aumentata delle macchine rappresentate nelle formelle del Palazzo Ducale di Urbino promosso dal Centro Interdipartimentale di Studi Urbino e la Prospettiva dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, dall’Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani e dall’Istituto Tecnico Industriale Statale Enrico Mattei di Urbino.


Con il patrocinio


Si ringrazia per la partecipazione

Enti Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani.

L’Accademia di Belle Arti di Urbino.

Federico Marcucci del Fondo Antico dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo.

La Famiglia Santini di Urbino.

La Cappella Musicale del SS. Sacramento di Urbino.

La Biblioteca Apostolica Vaticana della Città del Vaticano.

La Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze.

La Biblioteca Reale di Torino.

Consulenze Scientifiche

Accademia di Belle Arti di Urbino

Luisa Molari

Pier Gabriele Molari

Davide Pietrini

Sara Taglialagamba

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