Gli sfondi delle formelle


Animali

Scimmia (assente nei disegni di Francesco di Giorgio Martini).

La scimmia rappresenta la viltà, la superbia, l’ignoranza e anche la finzione. La sua presenza all’interno del Fregio dell’arte della guerra potrebbe rappresentare la superbia di chi pretende di eccellere ma senza ingegno.

Infatti, nella formella n.50 la scimmia, essendo posizionata sul telaio fisso e non sulla traversa mobile, rischierebbe di essere schiacciata dal meccanismo. Al centro del meccanismo accanto alla scimmia è raffigurato un albero di ulivo, quasi a significare la contrapposizione tra la mancanza di ingegno e la virtù. Notiamo che la scimmia afferra una foglia di ulivo: probabilmente tale gesto sta a significare sia l’importanza di dare dignità all’arte meccanica, ritenuta al tempo un’arte vile, sia l’emancipazione culturale e sociale dei suoi interpreti. Secondo alcuni studiosi la scimmia della formella n.50 potrebbe essere un riferimento agli animali impiegati nei cantieri per azionare le macchine. Secondo altri, invece, la sagoma posta sulla piattaforma fissa della formella n. 50 è piuttosto una figura umana: essa rappresenterebbe lo stesso Francesco di Giorgio che, illuminato dalla scienza (ramo di ulivo), è schiacciato dal sopraintendere ai tanti cantieri aperti in tutta Italia per l’ammodernamento delle difese.


Piante

Ulivo (assente nei disegni di Francesco di Giorgio Martini)

L’ulivo è simbolo di pace. E’ probabilmente un riferimento alla fine delle guerre che aveva coinvolto il Ducato di Urbino e, quindi, all’inizio di una nuova stagione all’insegna della tranquillità e della serenità civile sotto l’egida di Federico da Montefeltro. L’ulivo è anche simbolo di virtù. Sulla base della trattazione aristotelica le virtù erano distinte in etiche (giustizia, coraggio, temperanza, liberalità, magnanimità, mansuetudine) e in intellettive (arte, saggezza, intelligenza, scienza, sapienza). Le virtù etiche consistono nella disposizione a scegliere il giusto mezzo tra l’eccesso e il difetto. Esse sono fondamentali per dominare gli impulsi e le passioni. Le virtù intellettive invece riguardano prettamente l’esercizio della ragione. Nel Rinascimento, a seguito della dinamicità e della mutevolezza dei rapporti politici e di potere, altre virtù riconducibili all’arte militare vengono aggiunte all’elenco, come ad esempio la capacità di dominare gli eventi esterni, al fine di trarre vantaggio dai cambiamenti. Il ramoscello di ulivo potrebbe rappresentare tutte queste virtù (vecchie e nuove), in quanto il duca Federico da Montefeltro ne rappresentava la massima sintesi per il suo profondo senso di giustizia, la sua erudizione e la sua capacità nell’arte militare.

Al centro del meccanismo e accanto alla pianta di ulivo è raffigurata una scimmia, quasi a significare la contrapposizione tra la virtù e la mancanza di ingegno. Notiamo che la scimmia afferra una foglia di ulivo: probabilmente tale gesto sta a significare sia l’importanza di dare dignità all’arte meccanica, ritenuta al tempo un’arte vile, sia l’emancipazione culturale e sociale dei suoi interpreti.

Quercia roveresca (assente nei disegni di Francesco di Giorgio Martini)

Nell’antica Grecia la quercia era l’albero sacro a Zeus. La quercia è simbolo della vita, della nobiltà, della virilità, della prosperità e del valore militare.

Nelle formelle la quercia roveresca potrebbe essere un richiamo al simbolo araldico della famiglia dei Della Rovere e, in particolare, al Papa Sisto IV. Con bolla papale del 23 agosto 1474, il Papa Sisto IV aveva elevato il Montefeltro a Ducato e aveva concesso la carica di Gonfaloniere della Santa Chiesa di Roma a Federico da Montefeltro.


Equipaggiamento militare

Scudo: Lo scudo è simbolo di difesa. La sua capacità di arrestare gli attacchi degli avversari allude forse all’abilità politica e militare che Federico da Montefeltro aveva acquisito nella seconda metà del Quattrocento.

Lancia: Nel Medioevo la lancia rappresentava il legame che univa l’imperatore a Cristo. Essa era il simbolo del ruolo quasi sacerdotale della carica imperiale. Essa è forse una allusione al legame che univa Federico da Montefeltro alla Chiesa: Federico si riconosceva come garante della religione cristiana e considerava la Bibbia un testo in cui l’arte e la discipline militari venivano esaltate e nobilitate.

Armi da fuoco: Le armi da fuoco avevano fatto il loro ingresso nella scena bellica europea intorno al 1300. Ciononostante, inizialmente le armi di fuoco influiscono in maniera molto marginale sullo svolgimento delle guerre. Rispetto alle armi da lancio tradizionali, decisamente silenziose, il vantaggio delle armi da fuoco era soprattutto spettacolare e psicologico: lo scoppio, il fuoco, il fumo esaltavano gli assalitori e spaventavano i difensori. Le bocche da fuoco, chiamate generalmente cannoni, erano di diverso tipo a seconda dei calibri e delle forme.

Vessillo:

Elmo: L’elmo era uno degli equipaggiamenti tipici dei soldati. A differenza dell’elmo classico, l’elmo ornato di penne era simbolo di nobiltà e rappresentava il capitano delle centurie, cioè il condottiero militare.

Fonti: Cesare Ripa, Iconologia, e Luigi Nardini, Le imprese o figure simboliche dei Montefeltro e dei Della Rovere.

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