Roberto Valturio, De re militari


Valturio ha una formazione umanista e poi si dedica alle attività tecniche. L’opera (1430-1455) contiene disegni con qualche didascalia, farciti di citazioni classiche. Tuttavia, l’opera non si prestava ad una applicazione nei cantieri, in quanto i disegni, più estetici e meno tecnici, offrono una versione quasi teatrale dell’arte della guerra.

L’opera, commissionata  da  Sigismondo Pandolfo Malatesta, doveva servire a celebrare le imprese malatestiane, confrontandole con le imprese militari degli antichi.Una versione del De re militari era posseduta da Federico da Montefeltro. Il manoscritto è ora conservato presso la Biblioteca Vaticana (BAV Urb Lat 281). Al foglio 5r compaiono le armi comitali e la sigla F(edericus) C(omes). Il codice dovrebbe essere stato regalato a Federico da Jacopo degli Anastagi, consigliere del suo rivale Sigismondo Malatesta, come indica la sigla I. A. a f. 139v. Probabilmente il codice fu consegnato a Federico dopo la morte di Sigismondo (1468) e su volontà del figlio Roberto Malatesta. La tregua tra Montefeltro e Malatesta venne rafforzata anche con il matrimonio (1479) tra Roberto e la nipote di Federico, Elisabetta da Montefeltro.

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