Mariano di Jacopo, detto Taccola, nacque a Siena il 4 febbraio 1381.
Ci sono molto leggende sull’origine del suo soprannome Taccola: alcuni studiosi ritengono che venne ereditato dal padre, altri invece dalla forma del suo naso aquilino. Sono poche le notizie riguardanti il suo apprendistato. Taccola scriveva e leggeva in latino. Nei suoi trattati inseriva spesso citazioni dotte.
Il 31 dicembre 1417 fu ammesso nella corporazione dei giudici e dei notai. Tuttavia, non esercitò mai questa professione. Al contrario ebbe un contatto costante con l’ambiente artistico e letterario di Siena.
Nel 1419 iniziò a scrivere uno dei suoi trattati più importanti, il De ingeneis, opera in quattro volumi conclusa nel 1450.
I primi due volumi del manoscritto autografo contengono diversi disegni di ingegneria civile e militare, alcuni dei quali corredati da note e rappresentazioni grafiche di Francesco di Giorgio Martini (Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Codex Latinus Monacensis, 197. Nei volumi III e IV, redatti tra il 1431 e il 1433, sono invece riuniti quasi esclusivamente disegni di idraulica (Firenze, Biblioteca nazionale, Palatino, 766).
Nei suoi studi, Taccola affronta soprattutto problematiche ingegneristiche legate all’idraulica.
Tra il 1424 e il 1433 ricoprì l’incarico di camerlengo della Domus Sapientiae, una delle maggiori istituzioni culturali senesi. Nel 1430 Taccola incontrò a Siena Filippo Brunelleschi. In quella conversazione, trascritta nel 1433 e inserita a chiusura del De ingeneis, Brunelleschi espose le proprie preoccupazioni in merito alla mancanza di dispositivi di tutela della paternità delle invenzioni dei nuovi ingegneri-inventori, sottoposte al giudizio e all’approvazione delle autorità politiche.
Tra il 1430 e il 1449 si dedicò alla stesura del trattato De machinis in dieci libri (Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Codex Latinus Monacensis, 28800). Si tratta di una raccolta di disegni a uso della scienza militare e di illustrazioni in dettaglio di macchine già presentate nel De ingeneis.
Dopo alcuni anni di inattività come ingegnere, nel 1453 fu chiamato dalla Repubblica di Siena per svolgere attività connesse alla preparazione degli appalti, alla redazione dei preventivi di spesa, all’elaborazione dei progetti e al controllo dei lavori.
Negli ultimi anni di vita entrò a far parte dell’Ordine di S. Giacomo di Portogallo.
Taccola morì tra il 1453 e il 1458.Tratto da Gerardo Doti, Mariano di Jacopo, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 70, 2008.